“Figlia di un nobile bolognese e nipote di una cantante lirica di origini ungheresi, Camilla Malvasia dalla Serra Gabrielli Tortorelli riuniva nella sua figura le doti inconfondibili di donna bella, colta ed intelligente. Di lei colpivano gli occhi azzurri, i capelli biondi, quell’incedere elegante… Ma non bisognava fermarsi all’aspetto esteriore. I suoi pregi erano più profondi: emancipata e moderna, nonostante la rigida educazione ricevuta, coltissima e con la volontà di spaziare sempre di più in tutti i campi del sapere.
Politicamente all’avanguardia nel raccogliere nel suo salotto letterario in viale Gozzadini l’intellighenzia bolognese degli anni Settanta: nomi che hanno fatto la storia della nostra città e che l’hanno aiutata nella fondazione del Garden Club di Bologna. C’erano i Berti Arnoaldi Veli, i Campos Venuti, i Vivaldi, i Montini, i Masé Dari, Eugenio Riccomini, Andrea Emiliani, il sindaco Renato Zangheri, Giorgio Festi, Cesare Gnudi, Leone Pancaldi, Vincenzina Stame, Francesco Corbetta, Alessandro Chiusoli, Giorgio Morandi, Indro Montanelli con Colette Rosselli. I due piccoli quadri di fiori che erano appesi nel suo salotto, ora sono al Museo Morandi ed in questo dono alla città, Camilla ha voluto ripetere il gesto del suo amico Cesare Gnudi.
Fino al 1975 è stata sposata con Mario Cagli, di cui ha pubblicato gli scritti nel 1983 “Come eravamo e come non siamo. Scritti 1945-1983“. Doveva essere concertista di pianoforte, la contessa Camilla Malvasia, e l’amore per la musica non l’ha mai abbandonata. Ha fatto parte del Consiglio del Teatro Comunale negli anni ‘80 e si è impegnata sempre per la sopravvivenza della cultura musicale a Bologna.
Nella fondazione del Garden Club di Bologna si delineava la sua strada: l’amore per la decorazione floreale e i fiori recisi. Fu la prima a portare in Italia l’idea di una scuola di arte floreale come quelle in cui aveva imparato in Inghilterra, patria del flower arrangement.”
Camilla insegna decorazione floreale
e fonda la prima Scuola in Italia
“Il sogno di Camilla Malvasia, realizzato con la fondazione del Garden Club Bologna che riuniva appassionati di giardinaggio, botanica e cultura delle piante, era già nella sua mente da molto prima, quando progettò nei primi anni del 1960 il giardino a Monte Chiaro, nella sua dimora di campagna nei dintorni di Bologna. In esso coltivò i tipici borders anglossassoni, come li aveva visti nei giardini dei più importanti decoratori inglesi, suoi amici: Julia Clements e George Smith. Per quegli anni a Bologna creare una scuola di decorazione floreale e un club per amanti della natura e del bello era una vera novità, e nel tempo il suo giardino venne copiato e studiato negli abbinamenti di colori inusuali come il giallo e il viola, l’arancio e il blu.
Nel 1970, insieme ad altri personaggi italiani nel campo della decorazione floreale, Camilla Malvasia capì l’importanza di creare anche in Italia una cultura floreale alla portata di tutti.
Prima voce autorevole in materia, si spese nel sensibilizzare altri personaggi per riuscire ad istituzionalizzare in Italia il corso di studio sul modello inglese del flower arrangement e nel 1974 fondò, insieme alle presidenti dei Garden Club di San Remo e Genova, la prima scuola di arte floreale italiana.
Grazie alla sua opera, nel 1981 la scuola italiana entrò nella WAFA, World Association of Flower Arrangers.
L’eredità venne raccolta, alla morte di Camilla, dai Garden Club di Bologna, Milano, Perugia e Savona, che insieme istituirono la SIAF Scuola Italiana Arte Floreale nel 1989.
“Fiori e piante sono un elemento essenziale per la decorazione della casa. Un noto architetto e decoratore americano sostiene che un ambiente ben arredato, ma privo di fiori, si può paragonare ad una signora elegante che ha dimenticato a casa le scarpe…”
Da Voi e i fiori, Camilla Malvasia (1964)
I fiori di Camilla Malvasia
Le pubblicazioni e i premi di Camilla Malvasia
“Come decoratrice floreale ha ottenuto i diplomi della Woburn Abbey School of Flower Arrangement (1968, 1969, 1970), ha vinto il 1° premio nei concorsi di Trieste (1959), Flor ’61 Torino (1961) e Milano (1962). I suoi articoli e saggi sono stati pubblicati su “Arte dei fiori in Europa” (1969), “La Cucina Italiana” (Novembre 1965), “Il grande libro della casa” (1967), “Arianna” (1961). I libri di cui è autrice “Voi e i fiori” (1964) e “Fiori di Carta” (1981) sono ancora oggi utili testi da consultare e da cui trarre ispirazione.”
Fiorella Falavigna De Leo
Presidente Garden Club Bologna
Ricordando Camilla Malvasia,
i nostri maestri, i nostri amici
“Di Camilla Malvasia, straordinaria espressione di umanità, raffinata sensibilità e multiforme cultura, conservo un ricordo incancellabile, legato alla gratitudine profonda per tutto quello che mi ha dato. È stata lei, infatti, a introdurmi nel mondo dei fiori e della natura in quell’ottica della decorazione floreale, della quale è stata la prima autorevole esponente in Italia. Fu il suo entusiasmo e il suo naturale carisma a raccoglierci in un primo gruppo di poche amiche e quindi in un’associazione da lei voluta, il Garden Club di Bologna, che, allargandosi a centinaia di soci aderenti, è stato ed è promotore delle note, numerose e originali iniziative, anche di risonanza internazionale. Di tale appassionato impegno di Camilla è testimonianza, tra le tante, il manuale sui “Fiori di carta”, pubblicato nel 1981 ed ancora fonte per tutti di notizie e ispirazioni.”
Maria Novella Poggeschi Guerrieri
“Il legame più forte che ho avuto con Camilla Malvasia è stata la passione per la musica, linguaggio universale, che per anni abbiamo condiviso frequentando concerti cui lei stessa aveva contribuito creandone la Fondazione per la nostra città. Tale passione era intimamente legata anche ai fiori, ospiti fissi sul palcoscenico. Ho avuto il privilegio di esserle allieva, in ammirazione del suo charme, della sua cultura, ma soprattutto della sua vivissima, saggia intelligenza.”
Anna Paola Masi
“Cara Camilla, ancora prima di incontrarti per i fiori, ti vedevo bellissima regale ai concerti, dove entravi per ultima quasi a pretendere un pplauso doveroso alla tua signorilità. Ricordo ancora, dopo più di cinquant’anni, quel tuo incedere elegante ma sobrio e la luminosità dei tuoi occhi. Dopo molti anni sei entrata nella mia vita per un altro motivo, ma con lo stesso alone di magia e per questo ti ringrazio ancora veramente tanto. Ti ho riservato un posto nel mio cuore che nessuno potrà mai occupare. Grazie Camilla.”
Anna Monari Carpanelli
“La nostra amicizia nacque da un sorriso e da un gesto gentile. Con fare lieve, si chinò vicino a me che ero seduta e mi disse: “Ci diamo del tu, perché è più semplice”. Così, con quel suo modo entusiasta ma elegante e premuroso, mi condusse nel mondo dei fiori. E insegnandomi, mi insegnò ad insegnare. Ancora oggi, quando parlo e lavoro con i fiori, nell’armonia di forme e colori ritrovo la classe garbata di un ‘amica indimenticabile.”
Paola Trebbi
“Non mi ha mai dato un bacio, come la sua nobile e rigida educazione le aveva insegnato e imposto. Eppure so che mi voleva molto bene, come ad una figlia, la figlia che non aveva mai avuto.
Il mio amore per lei è stato assoluto, totale, completo, incondizionato. Camilla Malvasia è stata per me madre, amica, sorella, padrona, pigmalione e musa ispiratrice. La mia vita insoddisfatta di giovane laureata in scienze politiche, dopo l’incontro determinante con lei nel 1970, si è illuminata di una passione che non mi ha più “lasciata in pace”. Il “morso della tarantola”, lo chiamava lei, da cui non si guarisce più. Grazie Camilla di avermi insegnato tante cose. Grazie di essere passata come una stella, a illuminare la mia strada. Strada che ho trovato grazie a te.”
Fiorella Falavigna De Leo